domenica 27 luglio 2008

La gita

Agoè, 23.07.2008


Di nuovo qui...a scrivervi...e pensarvi...e raccontarvi quello che io vedo...e che un’altra persona potrebbe non vedere...questo lo dovete tenere sempre presente!
Domenica abbiamo fatto una gita turistica...visto che sarebbe stata l’ultima domenica per Azzurra che è sta con noi per un mese...e che sta per scadere...
Alzataccia per la Messa alle 7...colazione e poi partenza...prendiamo la direzione verso il Benin costeggiando l’oceano. La prima città di importanza che incontriamo è Aneho...una delle 7 diocesi del Togo...e ci fermiamo per vedere la cattedrale...ma Ilaria ricorda che in questa città dovrebbe esserci in questo periodo un Don che a maggio ha sposato una sua amica...dunque proviamo a cercarlo chiedendo a un diacono di passaggio...dall’altra parte della cattedrale c’è un edificio nuovo non del tutto finito...dove sono alloggiati un gruppo di svizzeri capitanati da Don Marco di Bergamo! Trovato! Non ci conosciamo ma da buoni italiani facciamo subito amicizia...e scopriamo che questo prete abita per il momento in Svizzera ed ha il compito di seguire gli emigranti italiani in Svizzera...ci dice che in questo Paese le Chiese sono vuote...e che lui prova a costruire un oratorio partendo dall’umanità e dal gruppo...una bella idea a mio avviso che non profuma di colonialismo...
Ci invitano a fermarci a mangiare con loro...e noi restiamo volentieri...alla fine del pranzo preparano il caffè!!!
Con la promessa di rivederci e che ci vengano a trovare al dispensario ci salutiamo e ci dirigiamo verso le altre attrattive turistiche...dopo poco Aneho troviamo la statua del Togo...situata nel punto in cui il lago incontra l’oceano...con tutti i suoi colori...mi spiace solo non sia l’ora del tramonto...
Risaliamo in macchina in direzione di Afagnan...ma prima ci fermiamo al villaggio dei fabbri...dove tutti gli uomini conoscono e praticano questo lavoro...e possiamo vedere un ragazzo che plasma il ferro rovente con il martello per fare i Gon Gon...campanacci utilizzati nei riti Woudou. Come ogni villaggio che si rispetti siamo assaliti da molti bambini incuriositi dalla nostra pelle chiara...dai nostri vestiti...e dai nostri soldi...ma i bambini sono bambini...e sono belli solo per il fatto di essere bambini!
Ad Afagnan andiamo a trovare i genitori di uno scultore che vive a Lomè...il papà ci fa vedere un rito Woudou e chiede la benedizione per noi...il rito è molto semplice e consiste nel sputare alcool su un piccolo altare innalzato per i gemelli che sono nati in quella casa...
Visita all’ospedale diretto non ricordo più da che tipo di preti....e poi di corsa prima che venga buio ci dirigiamo verso il baobab più grande del Togo...e vi assicuro che è proprio immenso...il tronco non riesce ad essere abbracciato da 15 persone messe insieme!
Una giornata molto positiva e rilassante...all’aria aperta...guardando il sole in ogni sua sfaccettatura...guardando l’Africa con gli occhi di una turista...pieni di curiosità e ammirazione...e questa cosa mi ha fatto bene al cuore!
Vi abbraccio da questo luogo pieno di colori!
Fede

giovedì 17 luglio 2008

La realtà dei fatti

Agoè, 13.07.2008


Mi trovo qui stasera a scrivere al computer un mio sfogo...sì...era da molto che non lo facevo...ma le riflessioni di questi giorni mi tormentano...e un modo per affrontarle come ormai sapete è scrivere...
Il popolo togolese...ma penso più in generale il popolo africano non è cattivo...non è malvagio...è pieno di sorrisi...ricco di ospitalità...ma vive la vita giorno per giorno...”oggi ho da mangiare il poco che ho e mangio...domani si vedrà”...quindi quando trovano qualcuno che gratuitamente dona loro soldi o cibo...un pochino ne approfittano...è come se noi scoprissimo che un benzinaio ha lasciato la pompa aperta...faremo il pieno a tutte le macchine che abbiamo...con tutto quello che costa poi adesso! Lo stesso fanno loro...e si passano anche parola...ma la cosa che mi sconvolge è la semplicità di come si danno i soldi alla gente qui...senza verificare l’effettivo bisogno...o senza provare a trovare una soluzione alternativa...in fondo quando tu dai dei soldi a una persona cos’hai costruito con questa?! Per me solo un rapporto di dipendenza...perchè tornerà a chiedere...se tu doni del carbone che possa vendere o le fai un prestito per aprire qualche tipo di attività...allora sì che rendi la persona e le persone intorno a questa davvero indipendenti...
Accetto che si diano i soldi a persone con handicap che impediscano di lavorare...o persone veramente malate...ma tutti quelli in buona salute perchè?!ecco...dentro di me nascono le prime complicazioni...le prime contraddizioni non capite...”non è tutto oro quello che luccica”...e le cose che per me non vanno siamo noi a farle...non loro...
Allora che ci sto a fare qui?! La mia esperienza...provare a crescere un po’...allenare l’attenzione verso l’altro...che non per forza deve essere di colore perchè sono qui...imparare il più possibile dalle ostetriche...dalle persone che incontro...imparare a scegliere i comportamenti che sono giusti da adottare e quelli che no...e imparare a non giudicare questi ultimi...è difficilissimo...credetemi!
Quindi boh...probabilmente sono riflessioni che mi porterò anche a casa...non importa...l’importante è pensare...perchè faccio questo?
Buonanotte e sogni d’oro...
Vi abbraccio!
Fede

lunedì 7 luglio 2008

SARA



Agoè, 06.07.2008


Ho chiuso l’ultima mail un po’ di fretta...ma certe cose sono difficili da spiegare di per sè...figuriamoci i sentimenti che si provano in quell’istante...
Ma l’Africa è così...ti fa vedere un fatto che ti fa piangere e che ti dona sentimenti contrastanti e ti regala poi un motivo per sorridere e per far festa!E’ quello che è successo ieri al dispensario...o meglio la notte prima...
Elisabeth è la nostra infermiera dell’accueil...che da 20 giorni era a casa in congedo visto che era a termine di gravidanza...questa ragazza ha una storia triste alle spalle...ha portato a termine due gravidanze...ma non ha figli...il primo l’ha perso che era ancora in pancia...il secondo mezz’ora dopo il parto...non ci sono problemi di sangue tra lei e suo marito...o malattie congenite che facciano pensare che non possa avere figli sani...eppure le cose sono andate così...
Quindi questa era la sua terza gravidanza...attesa e preziosa...e a vedere Elisabeth non si direbbe che ha passato tutto questo...sul suo viso c’è sempre un sorriso...e sulle sue mani sempre una coccola...
Sapevamo già quindi che a giorni doveva nascere Sara...e sapevamo il nome...cosa strana qui...mai una donna decide il nome di suo figlio prima di vederlo...questo da l’idea di quanto grande era l’attesa...
E Sara è arrivata alle 4 di mattina di sabato 5 Luglio...e sta bene...sana come un pesce e bella come una principessa...ha passato la sua prima mattina di vita al nostro dispensario...perchè non volevamo succedesse nulla e poterla tenere sotto occhio...ma sta bene...e la mamma ora ha un sorriso ancora più bello...ancora più grande nonostante il grande dolore e la grande stanchezza...e per la prima volta abbiamo visto un papà che ha manifestato le sue emozioni...che camminava due metri sopra di noi...e che prendeva in braccio sua figlia...e che non gli importava di che sesso fosse...ma la cosa più importante era che fosse sana e viva!
Non ero all’ospedale e non ho assistito al parto...ma la felicità che si respirava al dispensario ieri mattina non potete nemmeno immaginarla!
La vita e la salute sono i doni più preziosi che abbiamo...e sono gli unici mezzi necessari per poter essere utili agli altri...e non c’è gioia più grande che la felicità condivisa...questa è la lezione che ho imparato oggi!
Vi sorrido!
Fede

IL RITORNO IN MATERNITA'

Agoè, 2.07.2008


La settimana scorsa dopo la mia assenza per malattia sono tornata alla maternità di Agoè...e non è stato il massimo dei ritorni...
La coordinatrice mi ha chiesto dove ero stata se mi ero ripresa e mi ha detto perfino che voleva venire al nostro centro a vedere cos’era successo...l’accoglienza è stata molto buona...la cosa non buona è stata cosa ho visto...
Appena entrata in sala parto ho visto che una donna stava partorendo ma il bambino era di podice...dunque per un attimo sono stata al settimo cielo per la fortuna di poter vedere un parto così...in Italia non si vedono...ma subito dopo ho capito che qualcosa non quadrava e quel qualcosa era che il bambino era già morto. La mamma era stanchissima e invece di incoraggiarla le ostetriche le dicevano che non stava spingendo bene...quando il bambino è uscito si è scoperto che era anche malformato...con una malformazione alla testa...ma l’ho visto solamente per due secondi.
Non l’hanno fatto vedere alla mamma...e il secondamento è seguito in silenzio...poi il pianto silenzioso della donna...e il nulla dell’ostetrica.
Scrivo adesso e questo fatto è successo una settimana fa...ho cercato di non pensarci e solo adesso trovo un po’ di coraggio per metabolizzarlo...e il mio modo è quello di scrivere.
Non mi ha fatto male vedere il bambino malformato...ne il fatto di vederlo nascere già morto...probabilmente il suo compito era già stato svolto così...passando con la sua mamma nove mesi sempre insieme...la cosa che mi ha più sconvolto e fatto male è stata l’indifferenza delle ostetriche...i silenzi che provavano che il pianto della donna le metteva in difficoltà...il preferire l’indifferenza ad un gesto o ad una parola...sì, è vero che qui le donne sono abituate a dover affrontare tutto da sole...ma così no...il compito di un’ostetrica è quello di supportare la donna...di guidarla...nel bene e nel male...forse era meglio infagottare il neonato in modo che non si vedesse la malformazione ma farglielo vedere...in fondo è sempre suo figlio...e quella donna deve elaborare un lutto grandissimo...forse si poteva stringerle la mano...forse forse...ma la cosa è andata così...e chissà quante altre mamme che perdono il loro figlio qui riceveranno lo stesso trattamento...
Questa vicenda mi ha rattristato molto...ma mi ha aiutato a pensare che io voglio essere un’altra cosa...e non voglio aver paura nemmeno di affrontare il grande dolore di qualcun altro...